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Ora c’è
l’Expo
Le falle del sistema
Mentre il ministro di
Grazia e Giustizia Orlando cerca ancora di capire se ci sono state delle
falle nei sistemi di sicurezza del Tribunale di Milano, senza avere bisogno di particolari informazioni,
davanti ai quattro morti ammazzati, ci sentiamo sommessamente di dire
che si, ci sono state delle falle ed anche piuttosto gravi. Un imputato si è
recato con un’ arma da fuoco in un Tribunale della
Repubblica, l’ha estratta all’interno dell’edificio e ha compiuto una strage.
Se questo, signor ministro Orlando, non è dovuto ad
una falla del sistema, bisogna pensare che sia intervenuto un angelo
sterminatore. Il problema, oltre ad un governo che si trova con le braghe in
mano - il tribunale di Milano non è un pubblico bar di Secondigliano -, è
l’Expo che si dovrebbe aprire a settimane. Proprio sull’Expo c’era un vertice
con il ministro degli Interni mentre si scatenava la
follia omicida di un singolo cittadino. Per l’appunto, parliamo di un singolo
cittadino che con un semplice pistola ha messo in
ginocchio lo Stato. Non osiamo pensare a cosa possa accadere nel caso si
muovesse una qualche organizzazione terroristica. Certo, ci consola sapere
che il responsabile Anac, Raffaele Cantone, abbia tempestivamente espresso
via twitter il suo “profondo sgomento e dolore”. Cantone solo qualche sera fa
si diceva certo che l’Expo sarebbe iniziato nella data prevista. Stando a
quanto accaduto ci sarebbe da dubitare che l’Italia sia il Paese adatto ad
ospitarlo e a questo punto i suoi visitatori si assumono su di loro rischi e pericoli.
Perché anche che si riesce a partire nei tempi previsti, nonostante una
situazione non proprio ottimale dei lavori, chi è in grado di dirci che
l’evento si svolgerà nelle sufficienti condizioni di sicurezza? Il ministro
degli Interni, che non è in grado di tutelarla all’interno del tribunale di
Milano? Meno male che abbiamo Renzi a metterci la faccia. Gli consigliamo di
mettersi allora anche un fucile a tracolla e organizzare un po’ dei suoi
amici fiorentini più fidati, armarli ed iniziare a sorvegliare i padiglioni.
Ah si, buona fortuna. Un’immagine peggiore dello Stato non la
si poteva dare.
Roma, 9 aprile 2015
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